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Apr

Covid-19 fase 2: si alla riapertura dei cantieri ma solo a certe condizioni

I segretari generali di FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil, Vito Panzarella, Franco Turri e Alessandro Genovesi in una nota affermano: «la riapertura dei cantieri, soprattutto quelli privati e quelli pubblici di piccole dimensioni, si può fare ma solo a certe e precise condizioni e dopo che le autorità sanitarie nazionali e il Governo abbiano dato il loro benestare a fronte di valutazioni scientifiche e non solo politiche».

Le cinque condizioni dei Sindacati edili

La prima è il rispetto dei protocolli sottoscritti con il Mit per gli appalti Anas e Rfi e quelli sottoscritti insieme alle associazioni datoriali per l’edilizia privata, magari completando la “copertura” dei protocolli con una specifica intesa anche con gli enti locali, Anci in testa.

La seconda è rendere disponibili in quantità sufficienti e a prezzi sostenibili tutti i Dpi necessari e la terza è avere strumenti concreti per verificare il rispetto delle intese e sanzionare i furbetti, anche a tutela degli imprenditori onesti e rispettosi delle regole.

Per questo i sindacati propongono che ogni cantiere possa ripartire solo dopo che le autorità sanitarie locali o la polizia municipale o gli enti bilaterali territoriali per la sicurezza (e relativi Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza territoriali, Rlst) abbiano certificato e verificato il rispetto di tutti gli adempimenti previsti dai protocolli (dagli ingressi scaglionati, alla corretta organizzazione di mense, spogliatoi, trasporti aziendali, pulizia dei macchinari).

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