“L’Italia non può e non deve fermarsi ancora: è il momento delle decisioni e delle responsabilità, occorre cominciare a fare le cose che servono davvero”. Con un’esortazione forte alla politica e alle istituzioni il presidente Gabriele Buia ha aperto l’Assemblea pubblica Ance, dal titolo “Ri-generazione Italia”, che si è svolta in streaming, in osservanza del nuovo Dpcm del Governo, e alla quale sono intervenuti i ministri Fabiana Dadone (Pubblica Amministrazione), Paola De Micheli (Infrastrutture e Trasporti) e Stefano Patuanelli (Sviluppo Economico).
Si è tenuto inoltre un dibattito, condotto dal direttore del Tg La7, Enrico Mentana, a cui hanno preso parte la presidente dei Giovani Ance, Regina De Albertis, la Vicepresidente dell’Università Luiss- Guido Carli, Paola Severino, l’architetto Carlo Ratti e l’editorialista de La Repubblica, Sergio Rizzo.
Basta tirare a campare, ha sottolineato Buia: le risorse del Recovery Fund devono finanziare la rinascita di infrastrutture, città e territori in chiave di sviluppo sostenibile. Altrimenti il Paese rischia di essere fuori dai giochi.
Sono troppi, infatti, i blocchi decisionali che si sono accumulati in questi anni, e che vanno definitivamente scardinati, perché non è pensabile andare avanti solo con soluzioni tampone, condivisibili in funzione anti-crisi ma non per disegnare una prospettiva futura per le prossime generazioni.
Normative incompiute, centri decisionali intoccabili, pareri e competenze sovrapposte, decisioni prese sul filo di un emendamento presentato all’ultimo minuto.
Così non va. Non è accettabile impiegare 5 anni per aprire un cantiere da 5 milioni e 3 per avviare un’opera da 200mila euro. Sono anni che le risorse per il dissesto idrogeologico non vengono spese, tra procedure farraginose e carenze progettuali.
Serve poi un piano di efficienza della Pa, altrimenti lo smart working si trasformerà in un no-working, fatto di tempi dilatati, attese infinite, disagi per cittadini e imprese.
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