Cementi antismog, calcestruzzi che si auto riparano grazie all’azione di batteri, legno potenziato e trasparente, strutture di carbonio leggere ma estremamente resistenti, nuovi prodotti fibrorinforzati con grafene o dotati di sensori: il panorama dei nuovi materiali ad alte prestazioni è piuttosto ricco e diversificato e sempre più lo sarà negli anni a venire.
Quando un materiale può definirsi smart?
Sostanzialmente quando riesce a passare da una condizione statica a una dinamica, quindi quando è in grado di reagire a una serie di stimoli esterni, modificando una o più proprietà che lo caratterizzano: proprietà meccaniche, ottiche, elettriche, chimiche e termiche.
Anche nell’industria delle costruzioni i materiali intelligenti stanno avendo interessanti sviluppi, anche grazie all’evoluzione della bioarchitettura e al progressivo affermarsi di edifici ecocompatibili, dove la ricerca di materiali da costruzione che garantiscano alte prestazioni energetiche nel rispetto ambientale è in forte espansione.
Potrebbe apparire a prima vista un controsenso, ma è stato lo sviluppo della chimica a permettere la nascita di nuovi materiali più in sintonia con il ritmo della natura: si tratta di prodotti progettati e realizzati su misura per poter assolvere a funzioni specifiche che, in pratica, reagiscono a precise sollecitazioni dell’ambiente esterno, attraverso l’apporto di sostanze capaci di modificare alcune delle loro peculiarità, come avviene per esempio nei vetri fotocromatici che – con l’aumentare o il diminuire della luce – variano il loro grado di trasparenza. Definiti anche funzionali, questi materiali intelligenti sanno adattarsi all’ambiente che li circonda, rispondendo a diversi stimoli che possono essere sia fisici, sia chimici: luce, temperatura, pressione, elettricità, così come la presenza di acqua.